Anche ai cavalli piace fare ginnastica. Un paradosso? No davvero. Almeno secondo gli horse whisperer, gli istruttori che li educano con metodi dolci. Filosofie ormai diffuse anche in Italia dove ci sono vere e proprie scuole. A Fieracavalli Verona, l’incontro avviene al Padiglione 9, nell’area Horse Friendly Arena guidata da Umberto Scotti. Quattro le scuole presenti: Gruppo italiano Ecole de Légèreté, Massimo Basili, Team Italiano Istruttori Parelli e Alessandro Laconca.
“Osservare, non fare, non costringere” queste le basi del credo di Umberto Scotti, che alla concessionaria di famiglia ha preferito la serenità della vita a contatto con i suoi cavalli che gli hanno insegnato ad “essere un uomo migliore, smorzando le attitudini predatorie di una cultura fondata su obiettivi da raggiungere”. E racconta: “La prima cosa da fare quando ci si avvicina ai cavalli, è quella di osservarli con molta attenzione per cercare di cogliere il loro stato d’animo e di capire le loro necessità. Parlano con il linguaggio del corpo”. Animali per loro natura aggregativi e collaborativi a cui affidarsi “senza fretta, cercando di operare secondo la loro mentalità e la loro attitudine”, saranno loro ad avvicinarsi e “al primo accenno di risposta, gratificare quanto più possibile”, dice Scotti.
Nei seminari organizzati dal GIEL (Gruppo Italiano Ecole de Légèreté) si insegna anatomia del cavallo, fisiologia, equilibrio, locomozione, etologia e psicologia. E si lavora fianco a fianco con il cavallo facendogli fare pure ginnastica. “La filosofia de l’Ecole de Légèreté fondata da Philippe Karl si basa sul rispetto del cavallo”, dice la presidente Anna Vezzoni. Classe 1947, per 13 anni Ecuyer al Cadre Noir di Saumur, la più antica scuola di equitazione in Francia, Karl tiene ancora oggi corsi di formazione in tutto il mondo. In Italia, il prossimo “si svolgerà tra pochi giorni ad Algera, ospiti della scuderia La Mia Terra”, dice Vezzoni. Si diventa istruttori dopo aver superato un esame al termine di tre anni di studio. Gli sbocchi professionali? “Siamo istruttori e cerchiamo di diffondere la visione de l’Ecole de Légèreté ad ogni disciplina si voglia praticare. Siamo disponibili anche per lezioni private e di gruppo e formiamo gli allievi”.
Ogni cavallo ha la sua personalità, un po’ come gli esseri umani. Una “horsenality” insomma, perché se un cavallo ha timore degli ostacoli sarà sempre in fuga, se ama rilassarsi preferirà l’ozio alle carote. La conoscenza profonda del proprio animale è alla base del programma Parelli Natural Horsemanship, il programma formativo varato ormai quattro decadi fa da Pat e Linda Parelli e oggi diffuso in tutto il mondo. In Italia, gli istruttori sono diciannove, tra cui Joey Rinaldi, Gigi Pini e Franco Giani, presenti a Fieracavalli Verona. “I nostri clienti sono Horse Lover, appassionati, ma anche atleti che praticano attività agonistica, in qualsiasi disciplina. Il metodo si basa sulla fiducia tra cavaliere/amazzone e cavallo”, dice Rinaldi.
I corsi sono vari in base alle necessità del binomio, con esperienze di un giorno o persino di tre mesi nei due centri di formazione professionale negli Stati Uniti. Determinare l’Horsenality del proprio cavallo sarà il primo passo per divertirsi insieme e molto dipende se un animale è classificato “Left Brain” (emisfero cerebrale sinistro) oppure “Right Brain” (emisfero cerebrale destro). I primi tenderanno ad essere fiduciosi, audaci, dominanti e tolleranti. I secondi saranno riservati, timorosi, obbedienti, diffidenti e inclini a reagire in modo eccessivo. Cavalli sì, ma con indole da veri Vip.