É incredibile quanto poco sappiamo oggi della genetica del cavallo”, dice Massimo Delledonne, professore ordinario nel dipartimento di Biotecnologie all’Università di Verona e direttore di Team Geneartis, start-up nata per offrire servizi nel settore della genomica personalizzata e del sequenziamento del Dna.
A Fieracavalli Verona entra in scena “Jumpingenes”, uno studio pilota per la produzione di una banca dati genomica del cavallo. “In questi giorni, per i padiglioni della Fiera vedrete girare i nostri ricercatori per prelevare il sangue ad una ventina di cavalli presenti. Il Dna di alcuni di loro verrà sequenziato in loco, un’operazione che fino a qualche anno non sarebbe stata possibile se non con personale specializzato, strumentazioni sofisticate e costosissime”, dice Delledonne. “Alla base del progetto c’è lo studio del Dna. Trovando le varianti genetiche si possono predire le caratteristiche dei puledri senza aspettare anni per capire se un cavallo non potrà diventare un campione”.
Lo studio prevede di dividere i cavalli in due gruppi, i campioni e i non-campioni e di studiarne il Dna. “Analizzando le caratteristiche fisiche e genetiche degli animali riusciremo a progettare programmi in grado di valutare le caratteristiche dei puledri. In pratica, aiutano ad effettuare una scrematura già alla nascita”.
Per il progetto “Jumpingenes” sono già stati sequenziati 40 cavalli. “Qui a Fieracavalli stiamo studiando il genoma di Viking D’La Rousserie della Scuderia 1918, un campione dalla forte personalità con l’incredibile abilità a saltare anche gli ostacoli più difficili e domenica sarà in gara.
Delledonne ricorre ad un aneddoto per far capire l’importanza della genetica. “Un giorno Ferruccio Lamborghini che costruiva trattori andò da Ferrari per dirgli che le sue automobili potevano essere migliorate. Ferrari rispose: “Tu continua a costruire trattori, io auto”. Lamborghini tornò a casa e si costruì la sua automobile. Oggi tutto questo non sarebbe possibile, non si può costruire una vettura di F1 senza un simulatore. E grazie alla genetica oggi si possono progettare programmi utili anche per migliorare le razze”.